Costruzione campi da calcio, rugby e golf
Costruzione campi da calcio, rugby e golf
La costruzione di campi da calcio, campi da rugby e golf, applicando le migliori tecniche agronomiche per la sana crescita del tappeto erboso è il secondo passo per avere una struttura che duri nel tempo e minimizzi i costi di gestione.
Per costruire un campo da calcio a regola d’arte occorre applicare le conoscenze agronomiche per realizzare un’adeguata rete drenante, apportare le giuste correzioni al substrato, ed effettuare tutte le lavorazioni con adeguati mezzi meccanici che riducano i negativi effetti del costipamento del suolo. Un’impresa edile nel 99% dei casi non ha queste specifiche competenze e attrezzature, così come noi che costruiamo campi sportivi non le abbiamo per costruire edifici.
Quando si decide di costruire un campo da calcio, occorre considerare una grande quantità di varianti, al fine di ottenere il migliore risultato possibile in termini di longevità e fruibilità dell’opera. Infatti, non vi sono metodologie costruttive standard che si adattino a tutte le situazioni pedo-climatiche e di utilizzo, tranne quelle che prevedono la formazione di un substrato completamente artificiale come l’U.S.G.A., ma che sono raramente utilizzate nella pratica per il loro elevato costo.
La messa in opera di un drenaggio rinforzato, non apporterà miglioramenti nella velocità di percolazione delle acque meteoriche in un campo costruito su di un terreno con il 95% di sabbia, per cui il costo per la sua realizzazione sarà stato inutile, o al contrario, lo stesso drenaggio non sarà sufficiente a garantire un buon sviluppo dell’erba in un terreno con il 40% di argilla.
Anche la conoscenza del numero di ore di utilizzo di un campo è di fondamentale importanza per la progettazione, poiché un campo che sarà utilizzato dieci ore alla settimana richiederà un diverso approccio progettuale rispetto ad un altro utilizzato per una partita ogni quindici giorni.
Il problema di più difficile risoluzione in fase progettuale è la valutazione del costo-beneficio dell’opera che andremo a realizzare. Purtroppo la possibilità di fruizione di un campo, espressa in ore alla settimana di gioco, è proporzionale alla qualità del substrato (in termini di resistenza al compattamento) e quindi solitamente al suo costo di realizzazione. Inoltre, tanto più il campo sarà utilizzato, tanto maggiore sarà la manutenzione richiesta e quindi il suo costo di gestione.
Nella pratica corrente invece, i committenti di impianti che riceveranno un grande carico di gioco (associazioni dilettantistiche, parrocchie, piccoli comuni, ecc.), sono anche quelli che hanno a disposizione le risorse finanziarie più limitate. Spesso però, anche a fronte di sforzi economici per la costruzione di impianti con buone caratteristiche, non si comprende la necessità di investire in una corretta manutenzione con conseguente degrado e vanificazione degli obbiettivi ricercati.
Le linee guida della F.I.G.C. per la costruzione di un campo da calcio sono molto scarne e di seguito riportate.
L’asse longitudinale del terreno di giuoco deve essere orientato preferibilmente lungo la direttrice nord sud; è ammessa una tolleranza nella rotazione dell’asse di 15°.
Per le gare della Serie A e B, il terreno di giuoco deve essere un rettangolo della lunghezza di m. 105 e della larghezza di m. 68 (vedi Tav. 1). Solo in casi di difficoltà strutturali dell’impianto è tollerata la riduzione della larghezza sino ad un minimo di m. 65.
I lati maggiori del rettangolo sono denominati linee laterali, quelli minori linee di porta.
Attraverso il terreno, per tutta la sua larghezza, deve essere tracciata la linea mediana.
Lungo il perimetro del terreno di giuoco dovrà essere prevista una fascia in erba di larghezza non inferiore a m. 1,5 complanare con il terreno stesso, priva di asperità o di ostacoli al camminamento ed al giuoco (campo per destinazione).
Tale fascia dovrà essere estesa per ragioni di sicurezza a m. 2,5 lungo le linee laterali e a m. 3,5 dalle linee di porta. La parte esterna al campo per destinazione può non essere in erba.
La superficie che costituisce il piano di calpestio del terreno di giuoco deve essere in erba.
La superficie del terreno deve avere una pendenza non superiore allo 0.5 per cento nella direzione degli assi.
Detta superficie deve essere regolare, deve risultare priva di avvallamenti o dossi di entità superiore a ± 3 cm. ed essere priva di discontinuità. Qualora fosse necessario installare in campo particolari manufatti (pozzetti per innaffiamento, prese elettriche, ecc.) deve essere garantita la planarità e la continuità del terreno stesso.
Le caratteristiche ricercate nelle specie da tappeto erboso utilizzate nella realizzazione dei campi sportivi, sono:
- resistenza al calpestio;
- attitudine a ricoprire gli strappi provocati dai giocatori al manto erboso;
- capacità di formare una superficie regolare;
- velocità di recupero
- tolleranza ad un taglio di almeno 2,5 cm;
- capacità di vegetare e mantenere il colore anche a basse temperature;
- velocità di insediamento soprattutto in fase di rigenerazione.
Le specie che meglio si adattano a questo utilizzo, appartengono alla famiglia delle graminacee microterme ed in particolare ricordiamo la Poa pratensis, il Lolium perenne, la Festuca arundinacea. La specie più adatta alla rigenerazione è sicuramente il Lolium perenne mentre è da evitare l’utilizzo della Poa pratensis per la sua lentezza di insediamento. Nelle regioni a clima più mite si possono utilizzare le graminacee macroterme come il Cynodon dactylon che però potrebbe richiedere delle trasemine autunnali con Lolium perenne.
Ricordiamo infine che la variabilità interspecifica è molto ampia in termini di resistenza al calpestio, colore, finezza delle foglie, ecc. ragion per la quale, la scelta varietale, ricopre un’importanza pari a quella della specie.
Un miscuglio equilibrato, per la semina di un campo sportivo, dovrebbe contenere un 60% di Lolium perenne o di Festuca arundinacea e un 40% di Poa pratensis.